Addis Abeba, 28 Settembre
2017
Qualunque strada
percorriamo, in salita o in discesa, asfaltata o ancora sterrata, a qualunque
ora del giorno, sotto il sole o sotto la luce della luna e delle stelle, in
qualunque parte dell’Etiopia ci troviamo, accanto a noi che viaggiamo in
macchina, c’è qualcuno che cammina.
Sono spesso donne cariche
dei pesi della spesa fatta presso il più vicino mercato, curve sotto il peso di
sacchi di teff, farina o altre cereali, sono giovani donne affaticate sotto il
carico di taniche di acqua, .... sono uomini che portano sulle spalle pesanti
aratri o lunghi legni, sono uomini che nella notte trasferiscono il bestiame da
un mercato all’altro o cammelli dal centro dell’etiopia ai mercati del Sudan.... Un popolo in cammino, un popolo di
viaggiatori!
Quante volte avrei voluto
fermare la macchina ed accogliere qualcuno di loro.... ma, “no”, mi dicono
spesso i miei amici e traduttori etiopici: “se accogli una persona allora devi
accogliere tutti gli altri e come lo puoi fare?” Lascia che camminino, che
chiacchierino, che si incontrino! Sì il cammino diventa occasione di
socializzazione, di conoscenza, di condivisione.
Ogni quavolta suona il corno per annuncare la morte di
qualcuno, ecco il popolo in cammino, avvolto nel manto bianco, la tradizionale
Nasela: da ogni villaggio, da ogni montagna, lungo ogni sentiero c’è qualcuno
che cammina per raggiungere il luogo della celebrazione del funerale. Nessuno
deve rimanere a casa, nessuno, anche chi è lontano non può essere assente dal
funerale: è il momento più importante della vita, è il momento della comunione
e della solidarietà. L’importante è esserci.... anche se il cammino può durare
alcune ore!
Ed è proprio camminando,
osservando, ascoltando che anch’io sono entrata a poco a poco in questa terra
dal paesaggio così vario, così ricco e così espressivo in cui tutto assume un
valore simbolico, strettamente legato alla cultura e alla fede. Le montagne per
lo più rocciose e aride sono i luoghi più alti per sentirsi vicini a Dio,
luoghi privilegiati verso cui salire e pregare presso le chiese e i monasteri;
i laghi e i fiumi in cui scorre l’acqua, sono luoghi verso cui camminare per
ritrovare la salute, sono i luoghi in cui l’acqua è considerata santa e strumento
di guarigione. E quando al termine della stagione delle piogge i campi ormai
verdi si rivestono di un luminosissimo colore giallo dei “Galgale Meskel” , i
fiori della Croce, ecco che il popolo si incammina verso le piazze e i luoghi
più spaziosi per celebrare la festa della Croce Gloriosa con preghiere, canti,
danze e con il fuoco che brucia la croce, simbolo di purificazione e di
rinascita!
Nulla è lasciato al caso,
ma tutto, proprio tutto diviene occasione per ringraziare e lodare il Signore.
Ad ogni saluto in qualunque momento e in qualunque situazione la risposta è
sempre la stessa e sempre molto chiara “Igziavier Imasghen” cioè “Ringrazio
Dio, o rendiamo grazie a Dio”.
Ed io stessa ho imparato
a riconoscere in ogni evento e in ogni situazione il dono prezioso di Dio e con
il popolo Etiope ho imparato a lodare incessantemente e ringraziare il nostro
Signore. Ed ora lo ringrazio per questi otto anni di cammino in questa terra,
otto anni in cui ho sentito lavorare in me la delicata azione dello Spirito
che, attraverso i vissuti quotidiani, i lunghi cammini, e gli occhi grandi e
vivaci soprattutto dei bambini e delle donne mi ha portato a guardare la realtà
con nuovi sguardi. Gli occhi di chi ha imparato a scoprire la vita e ogni
istante come un dono da vivere in gratitudine e in condivisione.
Mai un lamento di fronte
alla fatica, ma silenziosa e tenace sopportazione, non un gesto fatto di
fretta, ma meditato, con pazienza e con sorriso.... non un’azione compiuta
velocemente, ma meditata e condivisa prendendo tutto il tempo necessario.
Non competizione
esasperata, ma solidarietà nonostante tutto.....e sopra ogni altra cosa,
accoglienza straordinaria. L’ospite è sacro, e lo è davvero: la tradizione
poggia le sue radici nella tradizione biblica. Ad ogni ospite che arriva,
spesso a piedi e dopo ore di cammino, tutto ciò che di più prezioso si trova in
casa deve essere offerto: il miele bianco e il pane ancora caldo e nelle grandi
occasioni il miglior capretto!
Quante volte mi è stato
offerta una tazza di caffè.... l’unica tazza, l’unica bevanda presente in quel
momento in quella casa!
Così, in questo mio
cammino in terra d’Etiopia, ho scoperto o ri-scoperto il valore del tempo,
dell’incontro, della speranza e soprattutto della fede. Con ogni singola
persona che ho incontrato nel mio viaggio non posso che dire “Igziavier
Imasghen”!
Grazie a Dio e grazie a
voi tutti che in modi nuovi, ma sempre profondi ed efficaci sostenete le nostre
missioni!
Buon
cammino!!!
Sr
Maria Luisa Caruso, Suora della Carità di Santa Giovanna Antida