Shire, 06.10.2012
Carissimi amici,
Leggo dalla vostra email che è ormai prossimo l’incontro,
ritardato per i vari impegni, ma ricco di tante idee, energie e desideri di
bene. Avendo oggi la corrente e miracolosamente anche internet, sono contenta
di potervi raggiungere.
Mi trovo ancora in India, dove ho accompagnato Lemlem e Mana
le prime due novizie dell’Etiopia che vivranno il loro tempo di noviziato qui a
Nadaikkavu, nel sud dell’India, nel Tamil Nadu, insieme ad altre 6 novizie
indiane.
Lemlem e Mana con la divisa indiana |
La sfida del noviziato interculturale è molto esigente, come
è già evidente nelle piccole fatiche quotidiane di questo primo mese, (cibo
fortemente piccante, inglese-indiano così diverso dall’inglese-etiopico, caldo
e umidità mai sentiti in Etiopia) ma necessaria e vitale non solo per la nostra
chiesa etiopica, ma anche per la nostra congregazione che sta vivendo un tempo
di nuove fioriture sia in Asia sia in Africa e certamente per la Chiesa
universale.
Lemlem e Mana sono ragazze che insieme ad altre giovani
hanno potuto vivere e gustare l’esperienza dei campi estivi con vari gruppi di
volontari e anche con il gruppo di volontari della nostra Associazione.
Ringrazio Dio per avere offerto a loro la possibilità di questo momento di
crescita proprio alla vigilia del loro ingresso in noviziato: l’esempio di
giovani motivate prima di tutto, rispettose e curiose della cultura etiopica,
interessate alla storia del popolo abissino, alla sua situazione politica e
sociale, ha lasciato un segno molto positivo in queste giovani etiopi, spesso
ricurve e chiuse nella loro cultura, vittime di un sistema educativo poco
sviluppato e poco incline a sollecitare il pensare, l’indagare, lo scoprire e il
comprendere della realtà. L’esempio
di un nuovo modo di vivere e di essere nel mondo ha permesso di aprire gli
occhi e il cuore ad un nuovo modo di porsi nei confronti della propria
situazione. Penso che questo sia un prezioso dono che l’Associazione ha fatto
alla missione e che va ben oltre il condividere ricchezze materiali che pure ci
sono state portate e in abbondanza, e che aiuta a promuovere e ad educare nel vero senso della parola. Missioni
anche di un breve periodo, ma organizzate e animate da un senso di profondo
rispetto e da un desiderio di comunione sono molto incisive ed estremamente
utili nello svolgimento di una missione che talvolta, nel quotidiano, è chiamata
ad affrontare momenti di stanchezza e di scoraggiamento.
Una gita prima della partenza per l’India |
Insieme al mio grazie e a quello di sr Costanza, sr Linda,
sr Marceline, di Lemlem, Mana, Fana, Rahwa, Sannait, Zebib, dei nostri
collaboratori in particolare Teages e Abraha, e di tutti i bambini e i poveri
di Shire, desidero ripetere il nostro invito a continuare questa collaborazione
per crescere nel nostro essere Chiesa e Comunione.
Affido questo nostro comune cammino al Santo che ha portato
la fede cattolica nella terra tigrina, san Giustino De Jacobis. Nel suo primo
discorso alla gente di Etiopia diceva: “…
tutta la vita che mi resta la voglio spendere per voi. Se siete afflitti, io
verrò a consolarvi nel nome di Gesù Cristo. Se siete poveri, io verrò a
consolarvi nel nome di Gesù Cristo. Se siete nudi, vi darò la mia veste per
coprirvi, se siete affamati, vi darò il mio pane per satollarvi. Se siete
ammalati vi verrò a visitare. Se volete
che vi insegni quel poco che so, lo farò con grande piacere”.
Con lui mi sento di poter dire oggi: se volete che vi comunichiamo quel poco che siamo nella nostra
debolezza, con gioia e per Gesù lo faremo, e apprenderemo da voi ciò che la
vostro essere vorrà donarci.
Ed ora personalmente desidero ringraziare ciascuno di voi
per la vicinanza, il sostegno e la preghiera per la mia mamma e la mia famiglia
nel doloroso momento del suo ritorno alla casa del Padre. Ora la mia mamma,
socia dell’Associazione e sostenitrice in mille modi della nostra missione ci
assiste e ci accompagna nei nostri spostamenti e non cesserà di pregare per
tutti noi.
Ancora un grande grazie e un augurio di ogni bene!
Un abbraccio in Dio solo! sr M.Luisa