Angers, sabato 6
febbraio 2016
Amici
In questo fine settimana ho una breve pausa dallo studio (il
sabato). Tra poco, verso l’ una, con due miei compagni di classe, un frate
minore giovane e robusto del Mexico e un
laico terziario francescano della Colombia (ci troveremo poi in Costa d’Avorio dove anch’egli lavorerà) e con p. Anand del Pime, andremo a mangiare, vicino
alla Cattedrale, un ottimo hamburger da “Hippopotamus”, un localino suggeritoci
dalle proff. per rifarci dalla settimana!
Qui le giornate passano veloci e, così, sono già 36 giorni trascorsi
dalla mia partenza per Angers, a ovest
della Francia. Siamo tutti ospiti (questo mese in 15 di 12 paesi diversi)
in un antico monastero, l’abbazia di st. Nicolas del 1100, dove abbiamo anche
la scuola di lingua francese, dal mattino alle 9 alla sera alle 17.30. Le
sessioni di 4 settimane terminano con un esame e poi si procede a nuovo livello
e nuova grammatica. Spesso ricordo la scuola della Caritas per stranieri di
Erba e la difficoltà degli studenti di imparare una lingua in più! Lo studio è
ben organizzato ed, essendo in casa, il ritmo è intenso e la settimana non basta per “digerire” nuovi suoni,
pronunce sconosciute, vocaboli curiosi, abitudini e saluti; poi abbiamo la
liturgia e i Vangeli da leggere e da amare in francese. Io sono contento e mi
trovo bene, non è così facile come mi dicevano tutti, ma la vita sorprende e imparo di nuovo che le persone sono la vera
risorsa per le nostre semplici esistenze. La mia impressione appena entrato in
Francia e raggiungendo quasi l’altra costa del paese, sull’Atlantico, è quella di
essere giunto in una regione molto bella: le città curate e con un fascino
antico, ricche di storia. I problemi ci sono
e le tensioni sociali non mancano, come pure restano i timori per gli
attacchi terroristici sofferti . Per noi
stranieri resta la lingua il primo ostacolo da superare e pur avendo tantissimo
a disposizione per fare bene, (il luogo, le insegnanti, dei buoni orari) occorre comunque tempo e
pazienza: ripetere, ascoltare bene, riprovare con qualche d’uno…
correre non si può! E’ questo il primo insegnamento raccolto. Il secondo è la
ricchezza delle persone che ho incontrato e con cui vivo, il loro coraggio e la
serenità di tanti, anche se siamo un po’ tutti impacciati dentro parole nuove,
espressioni a volte molto stentate,
gesti che non rendono giustizia alla storia, all’esperienza e ai mondi di
appartenenza d’ognuno…sarebbe magnifico poter condividere, parlarsi… ma occorre
la pazienza di continuare a darci vicendevolmente fiducia e riprovare. Così vi
ho detto tutto, questo è il mio pane quotidiano, poi se volete posso mandarvi
dei canti in francese per la messa, bellissimi o un simpatico film per bambini
(Kiriku’o Vado a scuola! di Plisson).
Ora vi saluto con un sorriso per ciascuno e a tutti il mio grazie per l’amicizia. Vi dico: à bientôt ! arrivederci a presto.
père Luca