Milano, 28
maggio 2021
Cari amici e amiche di Nisshash,
eccomi finalmente a concretizzare il desiderio di
scrivervi. In effetti mi sono resa conto che l'ultima mia lettera risale a metà
novembre dell'anno scorso!
Vi scrivo innanzitutto per dirvi tutta la mia gratitudine per la vostra tenacia e la perseveranza con cui portate avanti la vita dell'Associazione in questo tempo ancora molto segnato dalla pandemia e dalle sue conseguenze che in un modo o nell'altro ci toccano tutti quanti. Penso in modo particolare a chi ha perso persone care o a chi, a causa di questo virus, si trova in situazioni economiche difficoltose o a chi ha perso fiducia e anche la fede... o ancora a quanti hanno sofferto tanto la solitudine o hanno vissuto questa malattia in modo pesante....
Anche il nostro quartiere di periferia a Milano è
stato visitato da questo virus, e, in alcune case, ha portato tanta sofferenza
e dolore. Molte famiglie, già al limite della sopravvivenza, vivono tuttora in
grandi difficoltà, per non parlare dei bambini che non hanno potuto seguire la
scuola a distanza per mancanza di strumenti e di risorse educative e umane
nell'ambito familiare. Vari volontari della parrocchia sono riusciti ad andare
incontro in parte a questa mancanza, ma molti nuclei non si sono potuti
raggiungere e sostenere.
In Paraguay la situazione rimane molto grave. Per intenderci, considerando in proporzione il numero di abitanti, i contagiati e i morti da coronavirus sono paragonabili a quelli del Brasile. Il sistema sanitario è molto precario e sono pochissime le strutture adatte per far fronte ai casi più gravi. Non dimentichiamoci poi che tutto ciò che riguarda le cure mediche si paga! E i vaccini cominciano solo ora ad arrivare! Ho parlato un mesetto fa con il vescovo della Diocesi dove eravamo e mi diceva la sua preoccupazione e sconforto insieme a una grande impotenza, in un periodo in cui, tra l'altro, c'è in atto una crisi di governo. Proprio ieri ho ricevuto una mail dal padre Celso che vi riporto qui tradotta: "Siamo in zona rossa per quanto riguarda il Covid. Molti morti a San Pedro. Intere famiglie che muoiono. Non abbiamo vaccini. Le donazioni di vaccini stanno arrivando ora. Ma non abbiamo ancora raggiunto il tasso di vaccinazione del 2%. Qui quasi tutti i sacerdoti della diocesi sono già stati infettati. L'ultimo ad esserlo è stato Mons Pedro. Grazie a Dio, l'hanno superato tutti. A Yvapovo, a causa di questa situazione non riesco ad andare, ma sono in contatto con alcuni responsabili della comunità. Il fatto che sono un villaggio piuttosto isolato li ha protetti finora dalla pandemia. Ringraziano, e ringrazia anche da parte mia, l'Associazione Nisshash per il sostegno dimostratoci anche in questo periodo difficile per tutti".
Carissimi, scrivendovi queste righe non posso non allargare il mio sguardo ancora oltre, su tanti Paesi, città, villaggi, nel mondo intero, che vivono realtà pesantissime, non solo legate al covid 19. L'India, Il Myanmar, la Terra Santa, il Niger, il Congo, solo per citarne alcune. Penso anche all'Etiopia, alla Costa d'Avorio, all'India, alla Colombia.....E vi confesso che quando allargo sguardo e cuore a queste dimensioni, da una parte sento un dolore misto a rabbia e a impotenza di fronte alle ingiustizie, agli abusi di potere, a tante vittime innocenti, dall'altra, per contrasto, prendo ancora più coscienza che non è così comune, né scontato avere tutto quello che qui abbiamo come risorse, possibilità, supporti...
Come non ringraziare allora... per il dono della pace che viviamo, e per quello della fede che sa dare luce nuova a ogni cosa, per il bene di tanti su cui posso contare e per la solidarietà che vedo all'opera attorno a me...
Imparare a ringraziare, a dire grazie, a scriverlo anche, alla fine di ogni giornata: grazie per quello che mi è stato donato quel giorno, la vita, la salute, l'amicizia, l'affetto di molti, le possibilità, i mezzi, l'educazione, la libertà.... mi aiuta a tener sveglio il cuore, a non scivolare nella lamentela o nella pretesa.... Lo vivo sempre di più come un atto di rispetto nei confronti di chi non ha o ha decisamente meno... un atto di fede e di giustizia.
E poi continuare a tenere gli occhi ben aperti sul
mondo, a cercare fonti di informazioni che rispettano la verità dei fatti,
a non limitarmi al mio angoletto di vita e di terra, ma a sentirmi sempre più
parte di un'umanità e di una terra in cui io, sì, ho il mio pezzo di
responsabilità da giocarmi e da vivere!
Carissimi, con il desiderio di custodire questo sguardo sveglio e attento al mondo e di coltivare un cuore grato, capace di riconoscere il bello e il buono che ogni giorno, poco o tanto, contiene, un cuore grato che sa dare una luce nuova e una nuova consapevolezza al nostro presente, un cuore grato che diventa capace di scelte di sobrietà e di povertà anche, perchè ci sia il necessario per tutti, vi abbraccio ciascuno e ciascuna!
E a presto!......all'Assemblea di giugno!
Valeria piccola sorella di Gesù