Bouakè, venerdì 30
settembre 2016
Ciao! Rispondendo alla richiesta di
partecipare da qui alla vostra iniziativa “ UNITI DA LEGAMI INVISIBILI” e
convinto che anche a legare me a voi, noi -qui in Costa d’Avorio- a voi che
vivete in Italia ci siano molteplici legami invisibili, da scoprire, intuire, sentire e vivere,
scrivo queste poche righe.
Vi invio alcune semplici
riflessioni su quanto vedo e intuisco a riguardo del vivere e abitare in un
paese dell'Africa, ad un mese e cinque giorni dal mio arrivo. Il paese è
davvero grande e, se l'Italia è metà della superficie francese, la Costa
d'Avorio è tre volte più grande della Francia. Vivo a Bouakè la seconda città
più popolata del paese...migliaia gli studenti grandi e piccoli che
rigorosamente in una divisa impeccabile la mattina attendono fuori dalle
scuole. L'ambiente cittadino è povero: strade con buche enormi a causa delle
piogge di questa stagione, botteghe e negozietti affacciati sui marciapiedi,
venditori ambulanti ad ogni angolo soprattutto di penne e quaderni visto
l'inizio delle scuole, piccoli chioschi per colazioni di fretta con banane alla
griglia e frittelle o panini con carni varie...resta fra i tanti un problema:
l'immondizia, più o meno raccolta, spesso gettata ai margini delle strade, invade
ed è la vera inopportuna ospite di ogni luogo. I meccanici di auto e moto con
l'olio esausto, il mercato delle verdure con a fianco ciò che è marcito,
sacchetti usati e di calcinacci proprio
là dove non te lo aspettavi...Mi soffermo e provo tristezza nel cuore, mi
domando “come mai?” Intuisco che occorre crescere nel rispetto, anche
attraverso leggi apposite. Qui purtroppo la legge non ha la stessa forza che ha in Europa, per esempio per avviare una raccolta
differenziata nelle case, ma constato, e questo mi pare per tutti, bianchi o neri, che viviamo
nella facilità a non prenderci cura
dell'ambiente in cui siamo immersi e perchè? Tutti preferiamo gettare via la
carta del panino che abbiamo mangiato, al mare, in montagna, in città, piuttosto che rimetterla nel nostro zaino e
riportarla a casa. Perchè? Qui è evidente per la debolezza di chi governa e di
chi educa, ma anche da noi l'educazione
non inizia dalla bellezza del mondo e dall’impegno a rispettare e amare la Casa
comune che è il nostro Pianeta. Passa
ovunque un modello tutto occidentale, dove purtroppo l'alfabetizzazione significa soprattutto saper
leggere e scrivere e anche qui l'educazione e la vita nella società parlano
soprattutto di professioni, di piani di crescita, di sviluppo industriale, con
modelli di guadagno, di utilizzo, di arricchimento di sfruttamento (legname,
petrolio, oro, minerali, caociù, cacao) quasi nulla viene proposto per la Cura
della Terra, per il Rispetto del mondo, per una maggior attenzione all'acqua
che andiamo ad inquinare con pile esauste, detersivi inquinanti, medicinali
scaduti, tutto indiscriminatamente gettato ecc. ecc.
Dobbiamo cambiare tutti! Il
modello del nostro modo di vivere e di pensare è ancora vecchio e anche in
Italia siamo solo a un livello superficiale, manca il cuore, manca la piena
consapevolezza che diventare uomini e donne oggi significa dire no ad ogni tipo
di violenza, quella dello spreco, del consumo inutile, della produzione per
vendere a tutti i costi. Chi ci libererà da questo vecchio modo di vivere e di fare
scuola, di un crescere che dimentica il pianeta, la giustizia e non combatte la
violenza?
Vi saluto con un arrivederci e una preghiera
p. Luca