"Da tutte le parti si sentono le notti e i giorni risuonare di forti richiami, nel respiro di migliaia di vite" (R. Tagore)

giovedì 6 ottobre 2016

Legami invisibili...

Bouakè, venerdì 30 settembre 2016

Ciao! Rispondendo alla richiesta di partecipare da qui alla vostra iniziativa “ UNITI DA LEGAMI INVISIBILI” e convinto che anche a legare me a voi, noi -qui in Costa d’Avorio- a voi che vivete in Italia ci siano molteplici legami invisibili,  da scoprire, intuire, sentire e vivere, scrivo queste poche righe.
Vi invio alcune semplici riflessioni su quanto vedo e intuisco a riguardo del vivere e abitare in un paese dell'Africa, ad un mese e cinque giorni dal mio arrivo. Il paese è davvero grande e, se l'Italia è metà della superficie francese, la Costa d'Avorio è tre volte più grande della Francia. Vivo a Bouakè la seconda città più popolata del paese...migliaia gli studenti grandi e piccoli che rigorosamente in una divisa impeccabile la mattina attendono fuori dalle scuole. L'ambiente cittadino è povero: strade con buche enormi a causa delle piogge di questa stagione, botteghe e negozietti affacciati sui marciapiedi, venditori ambulanti ad ogni angolo soprattutto di penne e quaderni visto l'inizio delle scuole, piccoli chioschi per colazioni di fretta con banane alla griglia e frittelle o panini con carni varie...resta fra i tanti un problema: l'immondizia, più o meno raccolta, spesso gettata ai margini delle strade, invade ed è la vera inopportuna ospite di ogni luogo. I meccanici di auto e moto con l'olio esausto, il mercato delle verdure con a fianco ciò che è marcito, sacchetti usati e di calcinacci  proprio là dove non te lo aspettavi...Mi soffermo e provo tristezza nel cuore, mi domando “come mai?” Intuisco che occorre crescere nel rispetto, anche attraverso leggi apposite. Qui purtroppo la legge non ha la stessa  forza che ha in Europa,  per esempio per avviare una raccolta differenziata nelle case, ma constato, e questo  mi pare per tutti, bianchi o neri, che viviamo nella facilità a non prenderci  cura dell'ambiente in cui siamo immersi e perchè? Tutti preferiamo gettare via la carta del panino che abbiamo mangiato, al mare, in montagna, in città,  piuttosto che rimetterla nel nostro zaino e riportarla a casa. Perchè? Qui è evidente per la debolezza di chi governa e di chi educa, ma anche da noi  l'educazione non inizia dalla bellezza del mondo e dall’impegno a rispettare e amare la Casa comune che è il nostro  Pianeta. Passa ovunque un modello tutto occidentale, dove purtroppo  l'alfabetizzazione significa soprattutto saper leggere e scrivere e anche qui l'educazione e la vita nella società parlano soprattutto di professioni, di piani di crescita, di sviluppo industriale, con modelli di guadagno, di utilizzo, di arricchimento di sfruttamento (legname, petrolio, oro, minerali, caociù, cacao) quasi nulla viene proposto per la Cura della Terra, per il Rispetto del mondo, per una maggior attenzione all'acqua che andiamo ad inquinare con pile esauste, detersivi inquinanti, medicinali scaduti, tutto indiscriminatamente gettato ecc. ecc.
Dobbiamo cambiare tutti! Il modello del nostro modo di vivere e di pensare è ancora vecchio e anche in Italia siamo solo a un livello superficiale, manca il cuore, manca la piena consapevolezza che diventare uomini e donne oggi significa dire no ad ogni tipo di violenza, quella dello spreco, del consumo inutile, della produzione per vendere a tutti i costi. Chi ci libererà da questo vecchio modo di vivere e di fare scuola, di un crescere che dimentica il pianeta, la giustizia e non combatte la violenza?
Vi saluto con un arrivederci e una preghiera

p. Luca